Il Personal Fitness Trainer è una figura professionale preposta a gestire in maniera individualizzata l’esercizio fisico di coloro che si avvicinano o praticano attività fisica, con l’obiettivo di migliorare il proprio stato di salute o di forma fisica (Fonte: wikipedia). Importante e nuova area di intervento del Personal Trainer è relativa all’educazione a stili di vita salutari, ovvero al Lifestyle Coaching.

La formazione culturale di un personal trainer è di tipo interdisciplinare, in continua formazione, e si articola attraverso la fisiologia, l’anatomia, la psicologia, la medicina dello sport, l’allenamento ed i fondamenti della nutrizione umana.  Al trainer non viene chiesto semplicemente di trasmettere le sue abilità e conoscenze, ma anche di educare, organizzare, collaborare e -soprattutto- motivare scegliendo momento per momento ciò che è ottimale per ogni singolo cliente. Per poter svolgere con evidenti risultati questo ruolo sono oggettivamente necessarie delle particolari doti di disponibilità, professionalità e comprensione non separate da una elevata motivazione all’aggiornamento continuo con lo scopo di migliorare il proprio livello di abilità e conoscenze in tutti i campi.

L’attività pratica del Personal Trainer col proprio cliente si svolge principalmente in 4 diverse fasi.

  1. L’intervista e l’anamnesi iniziale del cliente.
  2. La valutazione dello stato di partenza mediante test per la mobilità articolare, la valutazione delle tensioni muscolari, la composizione corporea e lo stato dell’idratazione.
  3. L’elaborazione e l’esecuzione di un programma di allenamento assolutamente personalizzato.
  4. La costante verifica dei risultati ottenuti.

Se i primi Personal Trainers erano per lo più appassionati del settore, con alle spalle semplicemente diversi anni di allenamento, attualmente ci si affida a trainers con una formazione universitaria. Nel corso di laurea in Scienze Motorie (ex ISEF), vengono insegnate materie medico-scientifiche come l’anatomia umana, la fisiologia dell’esercizio, la biomeccanica del movimento e le basi della nutrizione.

Chi non sceglie il percorso universitario deve districarsi tra le innumerevoli federazioni, associazioni o enti che svolgono corsi di formazione che consentano  di operare in tale settore. Tra queste la più rilevante a livello mondiale è l’International Sport Sciences Association – ISSA – fondata nel 1988 da Sal Arria e Frederick Hatfield e riconosciuta a tutti gli effetti negli Stati Uniti. ISSA è presente in Italia (con sede a Milano) grazie al contributo, alla passione ed alla competenza di Adriano Borelli e dei suoi collaboratori.
La brevità di molti corsi e le loro differenze, sommate all’assenza di pre-requisiti tra i candidati, fa sì che manchi una metodologia formativa uniforme, essenziale per una categoria professionale che vorrebbe esistere, ma che di fatto ancora non c’è in attesa di una “reale” regolamentazione delle professioni sportive.

Ultimamente, seguendo le tendenze del settore fitness, il personal trainer ha affiancato, alla consueta consulenza atletica, anche quella di miglioramento della sfera psicologica e motivazionale (attraverso le ormai note tecniche di PNL), specialmente nella gestione degli sportivi di alto livello.
Negli anni ’90, in particolare, l’attenzione degli operatori nel campo del benessere si è spostata verso la prevenzione. Per prevenzione si intendono “azioni mirate a sradicare, eliminare o minimizzare l’impatto di malattia e disabilità”. Si individuano tre gradi di prevenzione e precisamente (da Petroni M., 2006):

  1. Prevenzione primaria: ha lo scopo di prevenire lo sviluppo di una malattia; di identificare i fattori di rischio che mettono l’individuo a rischio di sviluppare una malattia; di ridurre i fattori di rischio modificabili, quindi il rischio di sviluppo della malattia. Può essere effettuata a livello di individuo o di popolazione.
  2. Prevenzione secondaria: ha lo scopo di migliorare la prognosi a lungo termine di una malattia già esistente; di effettuare una diagnosi precoce di una malattia già esistente; di ridurre la comparsa di complicanze di una malattia già esistente.
  3. Prevenzione terziaria: riguarda principalmente la fase di riabilitazione di un individuo.

Ed è proprio sulla prevenzione primaria che dovrebbe agire il personal  trainer, dal momento che la cura dei soggetti patologici spetterebbe al medico e che la parte riabilitativa sarebbe di competenza del fisioterapista. L’attività del trainer principalmente rivolta, dunque, a persone “sane-sedentarie”, appartenenti ad ogni fascia di età. E’ da sottolineare come anche nell’ambito della prevenzione sia necessario possedere competenze trasversali, che consentano al professionista di fitness di impartire indicazioni precise e sicure nella salvaguardia della salute dei clienti.